sabato 23 gennaio 2016

La vita che (come sempre) ti sorprende




Questo è il report (inevitabilmente incompleto e del tutto inadeguato) di uno dei voli più belli della mia carriera  :-)  :-)  di pilota.

E, come sempre accade nella vita, di emozioni che non ti aspetti e ti sorprendono. Perché io sono graniticamente convinto che la cifra fondamentale della vita sia la sorpresa. E il nostro migliore atteggiamento lo stupore (il mio professore di filosofia teoretica diceva che la filosofia ha inizio dallo stupore dinanzi allessere, che ci fa pensare «come è bello che tu sia»).

Come ha scritto un gesuita indiano «La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti» (Anthony De Mello, Messaggio per un’aquila che si crede un pollo). 

Sabato 23 gennaio volevo volare. 

Per molte buone ragioni, una delle quali per riprendermi dal dispiacere di non essere potuto andare con Silvio, Renato e Salvatore in gita ad Asiago. Era una splendida gita, con i loro P2006T, ma il sabato e la domenica mi servivano assolutamente per ridurre un po’ del lavoro arretrato che costantemente mi affligge.

Per avere un’idea di cosa mi sono perso, basta guardare la foto che ho messo a questo link, scattata proprio durante quella avventura.

Due giorni di libertà non li avevo, ma almeno mezza giornata mi spettava


Il meteo di sabato era migliore di quello previsto per domenica.

Ma sabato mattina dovevo passare in ufficio. Sicché restava solo il pomeriggio di sabato, con effemeridi alle 17.13 LT e buio alle 17.41.

Dunque, non tanto tempo per un volo come si deve.

E, insomma, la sensazione complessiva di volare un po solo per farlo. Con la prospettiva di un semplice, banale volo qualunque.

Cerco una compagnia, perché di solito mi piace volare con qualcuno con cui condividere pensieri ed emozioni. Quasi sempre Mariella. Ma, quando lei non c’è, amici. O fra i piloti o fra chi, estraneo al nostro ambiente, mi chiede di portarlo/a in volo.


Chiamo Dario, con cui sono in debito di un volo da tempo, ma lui non può.

Prima di andare in ufficio, entro nella stanza di Chiara e le chiedo se le andrebbe di venire lei.

Quando i figli diventano grandi e – giustamente – ci ricollocano in un posto decisamente meno centrale della loro vita, perché le loro menti e i loro cuori sono presi da mille altre meravigliose avventure, le occasioni di confidenza e condivisione con loro di pezzi dell’anima diventano eventi importanti, che lasciano sempre segni e si approcciano con timori e pudori.

Dunque, chiedere a Chiara se vuole venire con me è cosa delicata, perché, anche se nei giorni scorsi me lo aveva chiesto più volte, è fondamentale sentirmi sicuro che non dica sì per pietà :-)  :-) Per quel sentimento di benevola compassione che ogni tanto induce i giovani a fare un’opera buona (magari non troppo impegnativa) per i loro vecchi.

Dunque, la butto lì così. Un (apparentemente) distratto: «Io più tardi vado a volare. Non è che ti va di venire?».

La risposta è un buon si. Non entusiasta (ma ci sta), ma convinto. Niente sdolcinature, ma un si abbastanza convincente. 

«Ok. Allora vado in ufficio e ti passo a prendere alle 15.00. Mi raccomando la puntualità, che saremo strettissimi con i tempi».

Ufficio. Lavoro. Urgenze.

Il tempo stringe. Ne guadagno un po’ saltando il pranzo, che tanto non ne sento neppure il bisogno (come mi capita quando sono concentrato sulle cose da fare).

Alle 14.50 sono a casa puntuale. Chiara è pronta e alle 15.00 usciamo.

Mariella mi incastra in accorate raccomandazioni, sollecitando una rinuncia per le condizioni meteo, che non sembrano le migliori.

Abitiamo a sud-est dell’Etna e dal nostro lato è tutto chiuso. L’ATIS di Fontanarossa mi dirà, poi, in frequenza che è un broken a 6.000 piedi.

Dunque, si preannuncia un volo breve e probabilmente basso zigzagando per stare in victor mike.

Ma vado lo stesso.



Fisso Mariella dritta negli occhi per farle verificare che non sono ancora diventato tipo da mettere in pericolo nostra figlia. E vado.

Vengo sempre deriso dagli amici per il (lungo) tempo che impiego nelle operazioni prevolo.

Ma ho bisogno di familiarizzare bene con il mio aeroplanino, prima di salire a bordo.

Ho bisogno di fare con calma il rito dei controlli.

Sia perché ho bisogno di sapere che, se in volo mi sembrerà di sentire una vibrazione strana o qualcosa di diverso dal solito, avrò risposte sicure sulla condizione di tutti gli impianti che ho potuto ispezionare prima di partire.

Sia – ma soprattutto! – perché mi piace amoreggiare con il mio mezzo. Godermi non solo il volo con lui, ma anche tanti scorci, tante sensazioni, i colori, le temperature dei materiali, le forme, …



Ma stavolta dimostro a me stesso che si può fare bene e con attenzione, ma in fretta.

E così decolliamo alle 16.05 LT, mezz’ora dopo il nostro arrivo in hangar.

L’ATIS dice few a 3.000 piedi e broken a 6.000. Temperature 13 con 3. Vento pochi nodi, variabile. Splendida alta pressione con un QNH a 1030.

L’Etna è chiuso. Si vede solo la base, che si infila nelle nuvole.

Chiara propone comunque di andare a nord e decido che passerò stando sotto il broken, allargandomi a ovest per avere spazio fra le nubi e il terreno (l’Etna è una montagna con pendici molto estese con fianchi morbidi).

Poi si vedrà. Se si potrà, proseguiremo fino al Santuario di Tindari per poi rientrare magari da Taormina.

E se, invece, non ci sarà spazio torneremo e punto.



Do più probabilità a un rientro sfigato senza troppe emozioni che a un volo da ricordare.

Terminati i controlli after take off, metto la musica.

Chiedo a Chiara se vuole la mia playlist o se preferisce collegare il suo Iphone e scegliere lei la colonna sonora.

Mi dice di fare io.

Un po’ di ansia, perché i miei gusti musicali e le mie competenze in materia sono preistorici rispetto ai suoi.

Ma lei sembra stare bene.

Arrivati vicini alle nubi, scopriamo che c’è un gigantesco buco che permette di salire su.

Salgo.




Ovviamente, non basta poter salire in sicurezza, perché bisogna essere sicuri che non si chiuda e che si possa tornare giù con ancora maggiore sicurezza, dato che poi mancherà il tempo, perché il tramonto è già lì che ci si offre agli occhi e al cuore.

Per un po’ la certezza è nel grande buco.

Poi si scopre che quando da un punto di osservazione il mondo sembra grigio e triste, da un altro punto di vista può essere allegro e a colori.

A sud dell’Etna tutto è chiuso, ma a nord, invece, c’è luce e sole.

E soprattutto il broken è poco spesso, sicché l’Etna dà il meglio di sé facendo sbucare il cratere centrale sopra le nubi.

Dentro uno spazio luminoso e splendente fra il broken dei 6.000 piedi e una copertura nuvolosa più alta.

Lo spettacolo che vediamo è di quelli straordinari.

Chiara si entusiasma.




Vedo libero il mare al traverso di Taormina e prendo atto che, dunque, il ritorno è assicurato, anche se il buco da cui veniamo si richiudesse.

E così abbandono l’idea di andare verso Tindari e decido per: cratere centrale!!!

Dunque, in salita per i 12.000 piedi. Ma faremo anche punte di qualche istante a 12.500.

In cuffia Damien Rice, Negramaro, Mina, Tiro Mancino, The Cure, ma anche Queen e Zucchero.

Le cuffie Zulu2 fanno alla grande il loro mestiere. Laereo sembra volare da solo e io sono totalmente immerso nel sogno. Ogni tanto ritorno cosciente e mi sorprendo di stare pilotando con una parte del cervello ben attenta a fare da sé per non svegliarmi  :-)





A ogni virata il mondo sembra cambiare sotto i nostri occhi.

Nuvole, mare, neve, montagna, vento, sole, freddo (arriviamo fino a – 8 C°) e musica, pensieri, emozioni.

Chiara è con me.

Un po’ anche con i suoi amici, a cui manda in presa diretta foto e messaggi.

Ma anche con me. Veramente.

Ridiamo.

Andiamo. Torniamo.







Tengo d’occhio il cronometro di bordo e faccio calcoli per presentarmi in finale (quando sarà il momento) con il tramonto negli occhi e le luci della pista già accese.

Intanto Chiara fotografa tutto e io familiarizzo con il wifi della nuova GoPro top di gamma regalatami dai miei amici piloti qualche settimana fa, durante una commovente festa di compleanno a sorpresa.

Le emozioni sono tante e forti.

A un certo punto, mi viene il pensiero che non ho pranzato e magari il mix di quota, freddo e commozione potrebbe non essere il massimo e così metto prua in basso e torno verso il grande buco, virando largo per non arrivare troppo presto mentre ancora il tramonto non è maturo come lo voglio.




Sorvoliamo Paternò e Misterbianco con le luci delle strade già accese.

E atterriamo a Fontanarossa, per pista 08, alle 17.20, in brodo di giuggiole.

Fermi sull’aereo per un po’ al parcheggio, per raccogliere le nostre anime e trovare il coraggio di tornare alle cose di terra.

... e pensare che prima di partire ero quasi certo che sarebbe stato solo un volo qualunque e avevo anche pensato di lasciar perdere e restare a lavorare! 

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Le foto di questo post e altre ancora si possono vedere su Flickr, a questo link.

Nella mia mente questo report ha una colonna sonora: "Ti è mai successo" dei Negramaro.

Il testo è qui.

La musica è qui.

E quello qui sotto è un montaggio di alcune delle foto.

















10 commenti:

  1. Stupendo racconto come sempre Felice! Complimenti per la bella famiglia che siete. Saluta tanto Maiella. A presto.

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  2. Grazie di cuore, carissimo Francesco! Un caro saluto anche a voi. Dobbiamo volare insieme, per fare un bel report a otto mani :-)

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  3. Stupendo report Felice, complimenti

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  4. Scusami Felice, ho una curiosità tecnica da chiederti. Ma il P2002 del report non ha il 912/100? Noto che ha il contagiri a 2500giri max..

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  5. Giusta osservazione Roberto.
    La spiegazione sta nel fatto che per una del tutto illogica imposizione di ENAC, sul P2002jf (quello certificato) non si deve montare un contagiri motore, ma un contagiri ... elica !!!!
    Quindi, quelli sono i giri dell'elica, demoltiplicati del 2.4286 rispetto ai giri motore.
    Nonsenso assoluto!!!

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  6. Mio compare sei un poeta
    Vic

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  7. E tu, Vi, un amico come nessun altro mai!

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  8. difficilmente qualcuno avrebbe meglio potuto descrivere le sensazioni che si provano nel condividere con i figli le proprie passioni ! Davvero complimenti!

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  9. Complimenti Felice, bellissimo volo e soprattutto bellissimo racconto. Volare con i propri figli è sempre un'emozione indescrivibile, totalmente diverso dal portar chiunque altro! Farlo in un una cornice così, resterà un ricordo indelebile penso per entrambi. Cieli blu! Luigi

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